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Domande frequenti

Quanto è esteso il problema della tubercolosi (TB)?

Nonostante la disponibilità di trattamenti efficaci da oltre 70 anni, la tubercolosi (TB) resta la seconda causa di morte da malattia infettiva nel mondo. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre un terzo della popolazione mondiale è infettato dal Mycobacterium tuberculosis. La TB continua a essere una malattia significativa a causa di fattori quali l’immigrazione, lo sviluppo di ceppi di TB resistenti ai farmaci, l’HIV e altre condizioni che indeboliscono il sistema immunitario.

Come si diffonde la TB?

La tubercolosi (TB) si trasmette da una persona all’altra nell’aria. Tossendo, starnutendo, cantando, parlando o espettorando, le persone affette da TB polmonare possono spingere nell’aria aerosol contenenti organismi complessi Mycobacterium tuberculosis e chi inala questi aerosol può essere contagiato. I fattori che determinano la probabilità di contagio comprendono lo stato immunitario del soggetto esposto, l’infettività del contatto affetto da TB e la vicinanza, la frequenza e la durata dell’esposizione.

Cos’è l’infezione da TB (“LTBI” o “TB latente”)?

I soggetti con infezione da TB (“LTBI” o “TB latente”) sono portatori di organismi complessi Mycobacterium tuberculosis dormienti nell’organismo, ma non sono contagiosi e non hanno i sintomi della malattia da TB. In genere chi contrae l’infezione da TB risulta positivo al test T SPOT.TB, ma per valutare la probabilità dell’infezione è necessario considerare una combinazione di rilievi epidemiologici, storici, medici e diagnostici. Si stima che il 10% delle persone immunocompetenti con infezione da TB latente sviluppi la malattia da TB nel corso della vita. Per circa la metà di esse questo avviene nei due anni successivi al contagio, mentre l’altra metà corre comunque il rischio di sviluppare la malattia da TB nel corso della vita. Il rischio di progressione da infezione da TB a malattia da TB aumenta nei soggetti con sistema immunitario indebolito. Ad esempio, i pazienti affetti da HIV/AIDS sono esposti a un rischio notevolmente maggiore di progressione, così come quelli sottoposti a trapianto di organi o a terapie immunosoppressive. Laddove diagnosticata adeguatamente, l’infezione da TB latente può essere trattata con antibiotici. L’urgenza del trattamento è determinata dal rischio di progressione, che può essere valutato sulla base di rilievi epidemiologici, medici e diagnostici.

Che cos’è la malattia da TB (“TB attiva”)?

La malattia tubercolare, o TB attiva, si sviluppa quando il sistema immunitario non riesce a impedire agli organismi complessi Mycobacterium tuberculosis di moltiplicarsi nell’organismo.

In seguito all’esposizione, le persone possono sviluppare infezione da TB latente o malattia da TB. La malattia da TB interessa prevalentemente i polmoni (TB polmonare), ma può coinvolgere altri organi o distretti, in particolare nei pazienti immunocompromessi o nei bambini, ed essere localizzata o disseminata, come nel caso della TB miliare. I sintomi della malattia da TB polmonare possono includere febbre, tosse, sudorazione notturna, perdita di peso e affaticamento. Se non trattata, la TB ha un tasso di mortalità elevato. In genere i soggetti con malattia da TB risultano positivi al test T – SPOT.TB, ma per valutare la probabilità della malattia è necessario considerare una combinazione di rilievi epidemiologici, storici, medici e diagnostici. La diagnosi definitiva di malattia da TB viene effettuata in seguito all’isolamento e all’identificazione del micobatterio della TB nella coltura. L’identificazione del micobatterio con altre metodiche, quali test genetici della sua presenza, è sempre più accettata come prova dell’infezione. Anche le persone con infezione da TB latente sono a rischio di progressione in malattia da TB, un rischio variabile in base all’età, alle patologie concomitanti, ai farmaci assunti e ad altri fattori epidemiologici.

Ci sono soggetti esposti a un maggiore rischio di progressione da infezione da TB latente a malattia da TB?

Il rischio di progressione in malattia tubercolare (TB) è maggiore in determinati soggetti, tra cui:

  • Persone con sistema immunitario indebolito
  • Bambini di età inferiore a cinque anni
  • Persone affette da HIV/AIDS
  • Riceventi di trapianto ematologico o di organi
  • Persone con evidenza radiografica di pregressa TB guarita
  • Pazienti sottoposti a trattamenti medici con immunosoppressori, quali corticosteroidi per via sistemica, antagonisti del TNF-alfa e terapie post-trapianto
  • Persone affette da leucemia o tumore del polmone, del cervello o del collo
  • Fumatori di sigarette
  • Alcolisti o tossicodipendenti
  • Persone con un basso peso corporeo
  • Persone affette da silicosi, diabete mellito e insufficienza renale cronica/sottoposte a emodialisi
  • Persone che si sono sottoposte a gastrectomia o bypass digiuno-ileale
  • Persone che hanno contratto la TB nei 2 anni precedenti

Ci sono categorie di persone a maggiore rischio di esposizione al Mycobacterium tuberculosis?

Sì, alcune categorie hanno maggiori probabilità di esposizione al Mycobacterium tuberculosis, che può comportare infezione e/o malattia tubercolare (TB). Questa categoria include:

  • contatti ravvicinati noti con una persona affetta da malattia da TB infettiva, principalmente TB polmonare
  • persone residenti nelle regioni del mondo endemiche per la TB, immigrate da tali zone o che viaggiano in tali zone
  • persone che lavorano o risiedono in strutture o ambienti con soggetti ad alto rischio di TB (ad esempio ospedali, rifugi per senzatetto, istituti penitenziari, case di cura, collegi o strutture residenziali per persone affette da HIV/AIDS)

Quanto sono importanti i trattamenti per la malattia da TB?

Il trattamento della malattia tubercolare (TB) è fondamentale. I suoi obiettivi non si limitano alla cura del paziente, ma riguardano anche la trasmissione alle altre persone. In linea generale, la durata del trattamento è di 6-9 mesi, ma si prolunga notevolmente nei soggetti affetti da TB resistente ai farmaci. È fondamentale che i soggetti affetti da TB portino a termine l’intero ciclo di trattamento, anche in caso di miglioramento dei sintomi. Una TB non trattata adeguatamente può riattivarsi o diventare resistente ai farmaci e quindi più difficile da trattare.

Perché il trattamento della malattia da TB dura così tanto?

La maggior parte degli antibiotici è in grado di distruggere i batteri soltanto durante la fase di replicazione attiva. Il ciclo di replicazione degli organismi complessi Mycobacterium tuberculosis è relativamente lungo, pertanto è necessario un trattamento duraturo per distruggere tutti i batteri. Con trattamenti incostanti o troppo brevi, alcuni batteri potrebbero sopravvivere, dando potenzialmente la possibilità alla malattia tubercolare (TB) di riattivarsi o sviluppare resistenza ai farmaci.

Quanto è importante il trattamento per l’infezione da TB (“LTBI” o “TB latente”)?

Il trattamento dell’infezione da TB latente è fondamentale per la prevenzione della malattia da TB e per l’impegno globale per l’eliminazione di questa patologia. Il completamento del regime terapeutico riduce il rischio di malattia da TB fino al 90%. L’urgenza del trattamento è determinata dal rischio di progressione, che può essere valutato sulla base di rilievi epidemiologici, medici e diagnostici.

Nel 2015, riconoscendo il ruolo cruciale dei test e del trattamento dell’infezione da TB latente per l’eliminazione definitiva della malattia da TB, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha presentato le prime linee guida sulla gestione dell’infezione da TB latente, poi aggiornate e consolidate nel 2018. (https://www.who.int/tb/publications/2018/latent-tuberculosis-infection/en/)

C’è un test per il rilevamento dell’infezione da TB (“LTBI” o “TB latente”)?

Ci sono diversi metodi per rilevare l’infezione da TB, che possono essere suddivisi in due categorie: test cutanei tubercolinici ed esami del sangue. Il test cutaneo tubercolinico (TCT), utilizzato da oltre 100 anni per rilevare l’infezione, prevede l’iniezione intradermica di una piccola quantità di derivato proteico purificato (PPD) nella pelle. Dopo 48-72 ore, viene misurato l’indurimento risultante. Più di recente, sono stati introdotti specifici esami del sangue, denominati test di rilascio dell’interferone gamma (IGRA). La tecnologia del test T-SPOT.TB, un IGRA, è basata sul rilascio dell’interferone gamma secreto dai singoli linfociti T effettori (CD4 e CD8) in seguito alla stimolazione con antigeni specifici per la TB.

C’è un test per il rilevamento della malattia da TB (“TB attiva”)?

Per il controllo della TB, è fondamentale identificare i soggetti affetti da malattia da TB attiva. I soggetti per cui si sospetta una malattia da TB possono essere sottoposti a una serie di test per confermare la diagnosi (ad esempio radiografia del torace, coltura dell’espettorato, analisi microscopica dello striscio, PCR). Vengono prelevati e messi in coltura campioni di espettorato o da altri distretti per confermare con sicurezza la diagnosi di TB e determinare la sensibilità del ceppo a una serie di antibiotici utilizzati per il trattamento. Il test T-SPOT.TB può essere utilizzato come ausilio diagnostico nei pazienti con sospetta malattia da TB, in associazione alla radiografia e ad altre valutazioni medico-diagnostiche. Il test T-SPOT.TB , come il TCT e l’esame del sangue della TB basato su ELISA, rileva l’infezione da TB, ma non distingue la malattia da TB attiva dall’infezione da TB latente.

A cosa serve il test T-SPOT.TB?

Il test T-SPOT.TB è un test diagnostico in vitro per il rilevamento dei linfociti T effettori che rispondono alla stimolazione degli antigeni di Mycobacterium tuberculosis ESAT-6 e CFP10 catturando l’interferone-gamma secreto dai linfociti T effettori ed è destinato all’uso come ausilio nella diagnosi dell’infezione da  Mycobacterium tuberculosis. Il test T-SPOT.TB è un test indiretto per l’infezione da Mycobacterium tuberculosis (inclusa la malattia) ed è destinato all’utilizzo in abbinamento alla valutazione del rischio, alle radiografie e ad altre valutazioni medico-diagnostiche.

Di quali approvazioni regolamentari dispone il test T- SPOT. TB?

Il test T-SPOT.TB è provvisto di marchio CE, che ne consente la commercializzazione nell’UE dal 2004. Inoltre, il test T-SPOT.TB ha ricevuto l’autorizzazione preventiva all’immissione sul mercato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel 2008, è stato approvato in Cina nel 2010 e in Giappone nel 2012. Ha ottenuto l’approvazione anche in molti altri Paesi, inclusi, a titolo esemplificativo, Canada, Taiwan, Russia, Singapore, Thailandia, Perù, Nigeria e Messico.

In quanto tempo si ottengono i risultati del test T-SPOT.TB?

La processazione in laboratorio del test T-SPOT.TBpuò essere completata in circa 24 ore. In genere, la maggior parte dei laboratori redige il referto entro 36-48 ore dalla ricezione del campione.

Quali sono i limiti del test cutaneo tubercolinico (TCT)?

  • Molti fattori possono influire sull’efficacia e sull’accuratezza di un TCT, tra cui:
    • Non conformità
      • Richiede almeno 2 visite
      • Non viene effettuata la seconda visita per l’interpretazione del TCT
    • Risultati soggettivi
      • Errori di lettura dell’indurimento
      • Scarsa riproducibilità tra un osservatore e l’altro
      • Cut-off dipendente da fattori di rischio individuali
    • Falsi positivi
      • Reattività crociata con la vaccinazione BCG
      • Reattività crociata con micobatteri non tubercolari (NTM)
      • Errori nel posizionamento o nella lettura del TCT
    • Falsi negativi
      • Anergia (incapacità di produrre una risposta immunitaria)
      • Immunodepressione
        • HIV, tumori
      • Immunosoppressione
        • Farmaci biologici, corticosteroidi
      • Errori nel posizionamento o nella lettura del TCT
    • Costi elevati
      • Risultati non accurati
      • Spreco di soluzione
      • Il personale deve essere formato sul posizionamento e sull’interpretazione del TCT

Quali sono i vantaggi del test T-SPOT.TB rispetto al test cutaneo tubercolinico (TCT)?

Il test T-SPOT.TB è caratterizzato da una serie di vantaggi rispetto al test cutaneo tubercolinico (TCT), tra cui:

  • Un’unica visita per il completamento del test (rispetto alle 2-4 previste per il TCT)
  • Maggiore sensibilità (affidabile nei pazienti con sistema immunitario indebolito)
  • Maggiore specificità (non influenzato dalla vaccinazione BCG e dalla maggior parte dei micobatteri non tubercolari).

Quali sono i vantaggi del test T-SPOT.TB?

La sensibilità e la specificità del test T-SPOT.TB superano il 98%. Il test T- SPOT.TB è affidabile anche tra le popolazioni di pazienti più difficili da diagnosticare, comprese le persone con vaccinazione BCG e quelle immunodepresse, e si basa su procedure standard di prelievo venoso.

Perché il test T-SPOT.TB misura l’interferone gamma?

L’interferone gamma è fondamentale per la difesa immunitaria contro gli agenti patogeni intracellulari, come Mycobacterium tuberculosis. Dopo il contagio, i linfociti T naïve si sensibilizzano agli antigeni specifici per la TB e si sviluppano in linfociti T specifici per la TB (sia CD4 che CD8), che poi migrano nella sede di infezione e secernono interferone gamma per attivare i macrofagi che ingeriscono e distruggono i micobatteri. I pazienti con infezione da TB presentano nel sangue periferico linfociti T effettori specifici per la TB circolanti, che secernono interferone gamma in vitro se stimolati dagli antigeni presenti nel test T-SPOT.TB. Il test T-SPOT.TB cattura direttamente l’interferone gamma secreto dai singoli linfociti T effettori specifici per la TB.

Quali dati ci sono a supporto del test T-SPOT.TB nell’uso clinico?

Il corpus di evidenze scientifiche a dimostrazione delle prestazioni del test T-SPOT.TB per il rilevamento dell’infezione da TB (latente e attiva) in varie popolazioni di pazienti si fa sempre più consistente. Sono state pubblicate centinaia di pubblicazioni oggetto di valutazione “inter pares”, inclusa una serie di metanalisi, riguardanti una vasta serie di contesti clinici ed epidemiologici, tra cui:

  • Infezione da TB latente (“LTBI”)
  • Malattia da TB (incluse TB polmonare ed extrapolmonare)
  • Pazienti con infezione da HIV
  • Candidati per la terapia con anti-TNF-α
  • Screening degli operatori sanitari
  • Bambini, adulti e anziani
  • Soggetti malnutriti
  • Pazienti con malattie renali sottoposti a dialisi
  • Pazienti con malattie oncologiche
  • Paesi a bassa prevalenza
  • Paesi ad alta prevalenza
  • Tracciamento dei contatti per la TB
  • Pazienti sottoposti a trapianto

Come vengono refertati i risultati del test T-SPOT.TB?

Il test T-SPOT.TB può risultare positivo, negativo, borderline o indeterminato.

Quali sono i vantaggi del test T-SPOT.TB?

I risultati del test T-SPOT.TB sono di natura qualitativa e vengono refertati come positivi, borderline (equivoci) o negativi, a condizione che i controlli del test funzionino come previsto. I risultati vengono determinati contando prima gli spot (interferone gamma catturato dai singoli linfociti T) presenti in ognuno dei quattro pozzetti del test del paziente (Controllo positivo, Controllo negativo, Pannello A, Pannello B). Gli spot possono essere contati utilizzando una lente di ingrandimento, uno stereomicroscopio, un lettore ELISPOT o un’immagine digitale acquisita con un microscopio. I risultati qualitativi vengono interpretati sottraendo la conta degli spot rilevati nel Controllo negativo da quella dei Pannelli A e B. Informazioni dettagliate riguardo all’interpretazione dei risultati del test sono reperibili nel foglio illustrativo di T-SPOT.TB.

Quanto tempo dopo l’esposizione a Mycobacterium tuberculosis è possibile rilevare un’infezione con il test T-SPOT.TB?

L’intervallo di tempo necessario per la conversione in seguito all’esposizione non è ancora ben definito, ma non si prevede che sia più lungo di quello del test cutaneo tubercolinico (TCT), che in genere è di 2-8 settimane.

Cosa fare in caso di positività al test T-SPOT.TB?

I pazienti che risultano positivi al test T-SPOT.TB probabilmente presentano un’infezione da TB e devono essere sottoposti a valutazione clinica per l’eventuale malattia da TB attiva. Il rischio dell’una o dell’altra può essere valutato sulla base di una combinazione di rilievi epidemiologici, storici, medici e diagnostici. Per la diagnosi definitiva di malattia da TB attiva, sono necessari l’isolamento e l’identificazione del micobatterio dal paziente.

È possibile che i pazienti con un’anamnesi pregressa di tubercolosi risultino positivi al test T‑SPOT.TB?

Purtroppo non c’è una risposta chiara a questa domanda. Gli studi non evidenziano una negativizzazione sistematica dei pazienti in seguito al trattamento per la TB. La guarigione clinica è indicata dalla negatività della coltura dell’espettorato, dal miglioramento dei sintomi e dalle variazioni nella radiografia toracica. Questa espressione indica sia una guarigione sterilizzante sia il ritorno alla fase di quiescenza (infezione da TB latente). Alcuni dati dimostrano che un’alta percentuale di soggetti resta positiva all’esame cutaneo o del sangue. La persistenza dei linfociti T effettori, le cellule stimolate dagli antigeni specifici per la TB nel test T-SPOT.TB, potrebbe suggerire la presenza di batteri dormienti, ma sono necessari ulteriori studi in merito. Se il paziente resta positivo dopo il trattamento, in base alle esigenze, può essere presa in considerazione l’esecuzione di altri test diagnostici ed esami medici.

Zhang S, Shao L, Mo L, et al. Valutazione dei test di rilascio dell’interferone gamma utilizzando gli antigeni del Mycobacterium tuberculosis per la diagnosi della tubercolosi latente e attiva nelle popolazioni con vaccinazione BCG mediante Mycobacterium bovis. Clin Vaccine Immunol. Dicembre 2010;17(12):1985 90.

Bosshard V, Roux Lombard P, Perneger T, et al. I risultati del test di rilascio dell’interferone gamma T-SPOT.TB cambiano dopo il trattamento della tubercolosi? Respir Med. Gennaio 2009;103(1):30 4.

Chee CB, KhinMar KW, Gan SH, et al. Effetto del trattamento per la tubercolosi sulla produzione di interferone gamma da parte dei linfociti T in risposta agli antigeni specifici per il Mycobacterium tuberculosis. Eur Respir J. Agosto 2010;36(2):355 61.

Walzl G, Ronacher K, Hanekom W, Scriba TJ, Zumla A. Biomarcatori immunologici della tubercolosi. Nat Rev Immunol 2011; 11: 343 354.

Il test T-SPOT.TB rileva infezioni da ceppi di tubercolosi resistenti ai farmaci, quali MDR TB, XDR TB o TDR TB?

Sì, il test T-SPOT.TBè in grado di rilevare tutti i ceppi di organismi complessi Mycobacterium tuberculosis, inclusa la tubercolosi a farmacoresistenza multipla (MDR TB), la tubercolosi estremamente resistente ai farmaci (XDR TB) e la tubercolosi totalmente resistente ai farmaci (TDR TB). Gli antigeni del test T-SPOT.TB sono comuni a tutti i ceppi di Mycobacterium tuberculosis. Tuttavia, il test non prevede la sensibilità dell’organismo ai trattamenti farmacologici consueti. I test di sensibilità ai farmaci vengono svolti dopo l’isolamento e l’identificazione dell’organismo con altre metodiche.

Si può prevedere che infezioni da micobatteri diversi dal Mycobacterium tuberculosis generino risultati positivi al test T-SPOT.TB?

Il Mycobacterium tuberculosis è la causa della maggior parte dei casi di tubercolosi, pertanto la sensibilità del test T-SPOT.TBè stata determinata su soggetti con infezione da Mycobacterium tuberculosis attiva confermata dalla coltura. In genere i soggetti contagiati da altri organismi complessi Mycobacterium tuberculosis (quali M. bovis, M. africanum, M. microti, M. canetti) presentano nel sangue linfociti T che riconoscono gli antigeni (ESAT-6 e CFP10) utilizzati nel test T-SPOT.TB, quindi si prevede che generino risultati positivi. Gli antigeni ESAT-6 e CFP10 sono assenti nella maggior parte del micobatteri non tubercolari (NTM), ad eccezione di M. marinum, M. szulgai e M. kansasii. Nonostante i dubbi permasti sulla presenza di ESAT-6 e CFP10 nel genoma di tutte le sottospecie di M. gordonae, è possibile che anche questo NTM produca un risultato positivo. Non si prevede che nessuno degli altri micobatteri non tubercolari, incluso M. avium, manifesti reattività crociata con gli antigeni utilizzati nel test T-SPOT.TB.

Il test T-SPOT.TB distingue l’infezione da TB latente dalla malattia da TB?

No, come il test cutaneo tubercolinico (TCT) e l’esame del sangue per la TB basato su ELISA, il test T-SPOT.TB non distingue l’infezione da TB latente dalla malattia da TB.

Perché nell’interpretazione dei risultati del test T-SPOT.TB è prevista una categoria borderline?

La maggior parte dei test T-SPOT.TB ha un risultato positivo o negativo. Una piccola percentuale può essere borderline (risultato equivoco), laddove il valore più elevato di (Pannello A meno Controllo negativo) e (Pannello B meno Controllo negativo) sia pari a 5, 6 o 7 spot. La categoria borderline serve a ridurre la probabilità di falsi positivi o falsi negativi per valori vicini al cut-off del test T- SPOT.TB. Rispetto a un risultato indeterminato o non valido, un risultato borderline è clinicamente interpretabile e dovrebbe essere seguito dalla ripetizione del test, in quanto una percentuale consistente di individui potrebbe risultare positiva se nuovamente sottoposta al test. In uno studio condotto sugli operatori sanitari statunitensi, il 23% dei soggetti con risultato borderline si è poi rivelato positivo al test successivo, il che suggerisce l’utilità della categoria borderline per il mantenimento della sensibilità del test1. Secondo i Centers of Disease Control and Prevention (CDC), “l’inserimento di una categoria borderline per il [test] T-SPOT[.TB] approvato dalla FDA ne aumenta l’accuratezza, classificando i risultati in prossimità del cut-off (dove piccole variazioni potrebbero influire sull’interpretazione) come positivi o negativi”.2

1. King TC, Upfal M, Gottlieb A, et al. Prestazioni del test di rilascio dell’interferone-γ T-SPOT.TB nello screening degli operatori sanitari in diciannove ospedali statunitensi. Am J Respir Crit Care Med. 2015;192(3):367-373. doi:10.1164/rccm.201501-0199OC.

2. Mazurek GH, Jereb J, Vernon A, LoBue P, Goldberg S, Castro K, Committee IE, Centers for Disease C, Prevention. Linee guida aggiornate sull’utilizzo dei test di rilascio dell’interferone gamma per il rilevamento del Mycobacterium tuberculosis, Stati Uniti, 2010. MMWR Recomm Rep 2010; 59: 1-25.

Nell’ambito dei risultati del test T-SPOT.TB, “borderline” è un sinonimo di “indeterminato”?

No, i risultati borderline (equivoci) sono clinicamente interpretabili, mentre i risultati indeterminati non possono essere interpretati per via del fallimento del controllo positivo e/o negativo del test. Tuttavia, in entrambi i casi è raccomandabile ripetere il test con il prelievo di un altro campione di sangue.

Cosa fare in caso di risultato borderline del test T-SPOT.TB?

I risultati borderline sono clinicamente interpretabili e devono essere seguiti. È raccomandabile ripetere il test con il prelievo di un altro campione. In uno studio condotto sugli operatori sanitari statunitensi, il 23% dei soggetti con risultato borderline si è poi rivelato positivo al test successivo, il che suggerisce l’utilità della categoria borderline per il mantenimento della sensibilità del test. Laddove, in seguito alla ripetizione del test, il risultato rimanesse borderline, bisognerebbe ricorrere ad altri test diagnostici e/o informazioni epidemiologiche per determinare lo stato di infezione da TB del paziente.

King TC, Upfal M, Gottlieb A, et al. Prestazioni del test di rilascio dell’interferone-γ T-SPOT.TB nello screening degli operatori sanitari in diciannove ospedali statunitensi. Am J Respir Crit Care Med. 2015;192(3):367-373. doi:10.1164/rccm.201501-0199OC.

Cosa fare in caso di risultato indeterminato del test T-SPOT.TB?

I risultati indeterminati non sono clinicamente interpretabili e possono manifestarsi se il controllo positivo e/o negativo non funzionano come previsto. È raccomandabile ripetere il test con il prelievo di un altro campione. Laddove, in seguito alla ripetizione del test, il risultato rimanesse indeterminato, bisognerebbe ricorrere ad altri test diagnostici e/o informazioni epidemiologiche per determinare lo stato di infezione da TB del paziente. I risultati indeterminati non sono comuni e possono essere correlati a fattori quali condizioni inadeguate di conservazione del sangue, ritardi nel trasporto del campione, condizioni specifiche del paziente o errori del laboratorio.

Perché il test T-SPOT.TB contiene un controllo positivo per ciascun campione del paziente?

Il controllo positivo è un indicatore della funzionalità delle cellule del paziente, le quali vengono incubate con uno stimolatore aspecifico, la fitoemoagglutinina, nell’apposito pozzetto. La conta degli spot del controllo positivo è ≥ 20 nella maggior parte dei campioni dei pazienti. Il fallimento del controllo positivo non è comune, ma può essere correlato a fattori quali condizioni inadeguate di conservazione del sangue, ritardi nel trasporto del campione, fattori tecnici o condizioni specifiche del paziente. È possibile che i linfociti T di una piccola percentuale di pazienti mostrino soltanto una risposta limitata alla fitoemoagglutinina.

Perché il test T-SPOT.TB contiene un controllo negativo per ciascun campione del paziente?

Il controllo negativo è pensato per controllare la reattività aspecifica dei linfociti T. Le cellule del paziente vengono incubate con un terreno sterile nel pozzetto del controllo negativo. Affinché il test sia considerato valido, nel pozzetto del controllo negativo devono esserci < 11 spot. Il fallimento del controllo negativo non è comune, ma può essere correlato a fattori tecnici o a una condizione specifica del paziente.

Quali sono i livelli di sensibilità e specificità del test T-SPOT.TB?

La sensibilità e la specificità del test T-SPOT.TB superano il 98%.

Perché la sensibilità è un fattore così importante per l’infezione da Mycobacterium tuberculosis?

La sensibilità (la capacità di individuare i soggetti affetti da TB) è uno dei principali parametri di valutazione delle prestazioni diagnostiche. Un test a elevata sensibilità, come T-SPOT.TB, presenta un numero ridotto di falsi negativi. Si tratta di una caratteristica particolarmente importante nei pazienti esposti a un maggiore rischio di progressione da infezione da TB latente a malattia da TB, come quelli con sistema immunitario indebolito.

Perché la specificità è un fattore così importante per l’infezione da Mycobacterium tuberculosis?

Oltre alla sensibilità, anche la specificità (la capacità di individuare i soggetti non infetti) è un parametro di valutazione delle prestazioni diagnostiche. Un test a elevata specificità, come SPOT.TB, presenta un numero ridotto di falsi positivi.

Quali criteri bisogna applicare in maniera rigorosa per determinare correttamente la specificità dei test di rilascio dell’interferone gamma (IGRA)?

Nella determinazione della specificità (capacità di individuare i soggetti non infetti) degli IGRA, è fondamentale che le popolazioni di controllo comprendano soltanto soggetti noti per essere a basso rischio di infezione tubercolare. La mancata applicazione rigorosa di questi criteri comporta indicazioni non accurate riguardo alla specificità del test.

Numerosi studi oggetto di valutazione “inter pares” hanno rilevato una specificità del test T-SPOT.TBsuperiore al 98% nelle popolazioni a basso rischio in Paesi a bassa prevalenza1-5.

1. Bienek DR, Chang CK. Valutazione di un test di rilascio dell’interferone gamma, T-SPOT.TB, in una popolazione a bassa prevalenza di tubercolosi. Int J Tuberc Lung Dis. Novembre 2009;13(11):1416-21.

2. Wang SH, Powell DA, Nagaraja HN, Morris JD, Schlesinger LS, Turner J. Valutazione di un test di rilascio dell’interferone gamma modificato per la processazione ritardata nella diagnosi dell’infezione tubercolare latente in popolazioni di adulti e pediatriche. Scand J Infect Dis. Dicembre 2010;42(11 12):845 50.

3. Talbot EA, Harland D, Wieland Alter W, Burrer S, Adams LV. Specificità del test cutaneo tubercolinico e del test T SPOT.TB tra gli studenti in un contesto a bassa incidenza di tubercolosi. J Am Coll Health. 2012;60(1):94 6.

4. Mancuso JD, Mazurek GH, Tribble D, et al. Discordanza tra i metodi diagnostici disponibili in commercio per l’infezione tubercolare latente. Am J Respir Crit Care Med. 15 febbraio 2012;185(4):427 34.

5. King TC, Upfal M, Gottlieb A, et al. Prestazioni del test di rilascio dell’interferone-γ T-SPOT.TB nello screening degli operatori sanitari in diciannove ospedali statunitensi. Am J Respir Crit Care Med. 2015;192(3):367-373. doi:10.1164/rccm.201501-0199OC.

Ci sono categorie di pazienti che non possono essere sottoposte al test T-SPOT.TB?

No, il test T-SPOT.TB può essere utilizzato in tutte le categorie di pazienti, inclusi quelli affetti da HIV/AIDS, con sistema immunitario indebolito, i contatti recenti di casi di TB e i residenti o i dipendenti in contesti ad alto rischio.

Il test T-SPOT.TB può essere utilizzato per analizzare campioni di pazienti con sistema immunitario indebolito?

Sì, il test T-SPOT.TB è idoneo anche per i pazienti con sistema immunitario indebolito.

Ogni campione viene sottoposto a una conta delle cellule, grazie alla quale si crea una sospensione normalizzata (standardizzata e con numero noto) di cellule che vengono poi incubate con antigeni specifici per la TB. I pazienti immunodepressi possono presentare un numero ridotto di cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC), il tipo di globuli bianchi necessario per il test T-SPOT.TB. Per questi pazienti, è possibile raggruppare diverse provette di sangue per ottenere il numero di cellule necessario per l’esecuzione del test.

I dati dello studio clinico cardine presentato alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per l’autorizzazione preventiva all’immissione sul mercato analizzavano ampiamente il test T-SPOT.TB nei soggetti immunodepressi inclusi, a titolo esemplificativo, quelli con HIV, silicosi, diabete, malattia renale allo stadio terminale e trapianto di organi. In presenza di immunodepressione è stata riscontrata negatività al test cutaneo tubercolinico, mentre non è stata osservata alcuna associazione tra il risultato del test T-SPOT.TB e l’immunodepressione.

A cosa servono le fasi di lavaggio e di conta delle cellule nel test T-SPOT.TB?

La fase di lavaggio delle cellule consente l’eliminazione del plasma e delle sostanze potenzialmente interferenti, quali interferone gamma endogeno, antidepressivi triciclici e farmaci antinfiammatori non steroidei. Dopo il lavaggio, vengono contate le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) per consentire di uniformare la concentrazione cellulare correggendo eventuali variazioni nelle fasi di conta delle PBMC dei pazienti e garantire l’utilizzo di un numero standard di cellule nel test.

Le fasi di lavaggio e di conta potrebbero essere di particolare importanza nei pazienti con sistema immunitario indebolito. I pazienti immunodepressi e immunocompromessi sono esposti a un rischio più elevato di progressione da infezione da TB latente a malattia da TB, potrebbero assumere una sostanza potenzialmente interferente o presentare una conta di PBMC al di fuori dei valori normali.

Che cos’è la vaccinazione BCG (bacillo di Calmette e Guérin)?

Il vaccino BCG (bacillo di Calmette e Guérin) è utilizzato in molti Paesi con un’elevata prevalenza di TB per prevenire la meningite tubercolare infantile e la malattia miliare, ma conferisce una protezione limitata agli adulti. Il vaccino BCG viene utilizzato anche come immunoterapia per i pazienti con tumore della vescica. I soggetti sottoposti a vaccinazione BCG potrebbero risultare positivi al test cutaneo tubercolinico (TCT), anche in assenza di infezione da organismi complessi Mycobacterium tuberculosis. Questa è una causa comune di imprecisione del TCT.

Una precedente vaccinazione BCG influisce sui risultati del test T-SPOT.TB?

A differenza del test cutaneo tubercolinico, non c’è alcuna associazione tra la vaccinazione BCG e i risultati del test T-SPOT.TB.

Il vaccino BCG (bacillo di Calmette e Guérin) è un derivato attenuato del Mycobacterium bovis virulento, la forma bovina o animale del micobatterio della TB. Il test T-SPOT.TB utilizza gli antigeni (ESAT-6 e CFP10) situati su una regione genomica denominata RD1, regione di differenziazione 1. La regione RD1 è presente in tutti i ceppi virulenti di M. bovis, ma viene eliminata da tutti i ceppi di BCG. Considerata l’assenza degli antigeni utilizzati nel test T-SPOT.TB all’interno del vaccino BCG, il test T-SPOT.TB non produce falsi positivi dovuti alla vaccinazione BCG. Tuttavia, è importante tenere presente che i pazienti infettati dal M. bovis virulento possono risultare positivi al test T-SPOT.TB.

Qual è l’impatto dei test per la TB sulle risorse sanitarie?

Gli studi hanno dimostrato che l’inserimento del test T-SPOT.TB nei programmi di controllo riduce il costo complessivo del controllo della TB. Ciò è dovuto in gran parte all’eliminazione dei notevoli costi indiretti associati all’esecuzione del test cutaneo tubercolinico (TCT) sia per i sistemi sanitari che per i pazienti.

Il TCT prevede che il paziente si sottoponga ad almeno due visite presso lo studio medico. Fino a un terzo dei soggetti non si presenta per la visita di lettura dei risultati, il che comporta sprechi di risorse e buchi potenzialmente pericolosi nel contenimento di un focolaio. I costi indiretti delle risorse e del lavoro associati alla somministrazione e alla lettura di un TCT sono relativamente elevati. A questo va ad aggiungersi il fatto che, una volta aperta, la soluzione utilizzata per il TCT deve essere utilizzata entro un breve periodo di tempo, il che comporta un potenziale spreco delle rimanenze inutilizzate. I pazienti con risultati falsi negativi al TCT e quelli che non si presentano alla seconda visita potrebbero contrarre la malattia da TB, con la conseguente morbilità e i costi più elevati per il trattamento della malattia (inclusa l’eventuale trasmissione).

Invece i falsi positivi al TCT, spesso dovuti a reattività crociata con il vaccino BCG o a micobatteri non tubercolari ambientali, possono comportare la somministrazione di trattamenti anti-TB non necessari, così come i test di tossicità e il follow-up clinico associati.

Pooran A, Booth H, Miller RF, Scott G, Badri M, Huggett JF, Rook G, Zumla A, Dheda K. Diverse strategie di screening (singola o doppia) per la diagnosi della tubercolosi latente sospetta: un’analisi di economicità. BMC Pulm Med 2010; 10: 7.

Wrighton-Smith P, Zellweger JP. Costi diretti di tre modelli di screening dell’infezione tubercolare latente. Eur Respir J 2006; 28: 45-50.

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Foster Chang SA, Manning ML, Chandler L. Screening della tubercolosi sui nuovi dipendenti ospedalieri: conformità, tempi di autorizzazione al lavoro e costi utilizzando il test cutaneo tubercolinico e i test di rilascio dell’interferone gamma. Workplace Health Saf 2014; 62: 460-467.

Come si esegue il test T-SPOT.TB?

Il test T SPOT.TB è basato sul metodo ELISPOT (dosaggio immuno-assorbente legato a un enzima) semplificato e convalidato, che presenta alcune affinità con il metodo ELISA (dosaggio di immunoassorbimento con enzima coniugato) tradizionale. Il paziente si sottopone a un prelievo di sangue intero, che viene poi inviato in laboratorio. Il laboratorio separa le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC), per poi lavarle e contarle. Un numero standard di PBMC viene inserito in quattro pozzetti per microtitolazione, dove viene esposto a un controllo positivo, un controllo negativo e due antigeni specifici di Mycobacterium tuberculosis (ESAT-6 e CFP10). Dopo una notte di incubazione, si procede all’aggiunta di un anticorpo coniugato. La piastra viene quindi lavata e vi si inserisce un substrato solubile. Infine, si procede a un ulteriore lavaggio e poi alla conta degli spot per determinare il risultato.

Qual è la frequenza prevista di risultati indeterminati con il test T-SPOT.TB?

I risultati indeterminati sono rari con il test T SPOT.TB. Oxford Diagnostic Laboratories tiene bassi i tassi complessivi di risultati indeterminati. Per ulteriori informazioni, contattare l’assistenza tecnica.

Dove possono essere inviati i campioni da sottoporre al test T-SPOT.TB?

Per l’Europa e tutte le altre regioni non indicate di seguito, contattare l’ufficio del Regno Unito al numero +44 (0) 1235 442 780 o inviare un’e-mail all’indirizzo info@oxfordimmunotec.com.

Per gli Stati Uniti, contattare Oxford Immunotec al numero 1-877-208-7768.

Per il Giappone, contattare Oxford Immunotec al numero +81 (0) 45 473 8005.

Per la Cina, contattare Oxford Immunotec (Shanghai) Medical Device Co., Ltd al numero + 86 21 80168616.

Per Singapore, contattare Oxford Immunotec al numero +65 6246 6861.

Per la Corea, contattare Oxford Immunotec al numero +82 2 2015 7710.

Quali provette possono essere utilizzate per il prelievo di sangue?

Ci sono diverse provette per il prelievo di sangue compatibili con il test T-SPOT.TB, incluse quelle con sodio o litio eparina standard. Consultare il foglio illustrativo o contattare il laboratorio incaricato della processazione dei campioni del test T-SPOT.TB per un elenco completo delle provette accettabili.

Possono essere utilizzate provette per il prelievo di sangue contenenti EDTA (tappo viola)?

No, l’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) influisce sulla secrezione di interferone gamma delle cellule, per via delle sue proprietà chelanti (leganti il calcio), pertanto le provette per il prelievo di sangue contenenti questo anticoagulante non possono essere utilizzate.

Quanto sangue è necessario per il test T-SPOT.TB?

Solitamente, nei pazienti immunocompetenti è possibile ottenere un numero sufficiente di cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) per eseguire il test T-SPOT.TB seguendo queste linee guida correlate all’età:

  • Adulti e bambini ≥ 10 anni di età: 6 mL
  • < 10 anni di età: 4 mL
  • Bambini di età < 2 anni: 2 mL

Che cos’è il reagente T-Cell Xtend e come si utilizza?

Il reagente T-Cell Xtend contiene un anticorpo monoclonale bispecifico che stabilisce un legame crociato tra i globuli bianchi inibitori e i globuli rossi, creando un complesso che si elimina durante la centrifugazione. Il personale del laboratorio inserisce il reagente T-Cell Xtend nel sangue intero prima della separazione mediante gradiente di densità delle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC). I linfociti T separati dal sangue intero conservati per più di 8 ore sembrano evidenziare una riduzione delle risposte alla stimolazione dell’antigene, per via dell’attivazione dei globuli bianchi inibitori che sopprimono la produzione di interferone gamma in vitro. Rimuovendo i globuli bianchi inibitori attivati, il reagente T-Cell Xtend prolunga la conservazione del sangue fino a 32 ore dopo il prelievo del campione.

Per quanto tempo è possibile conservare i campioni di sangue prima della processazione con il reagente T-Cell Xtend?

I campioni di sangue devono essere processati entro 32 ore dal prelievo. Consultare il foglio illustrativo di T-SPOT.TB per informazioni dettagliate sulla stabilità del campione.

Il reagente T-Cell Xtend influisce sulle prestazioni del test T-SPOT.TB?

Protocolli di convalida interni e studi oggetto di valutazione “inter pares” hanno valutato le prestazioni del test T-SPOT.TB con e senza l’impiego del reagente T-Cell Xtend e hanno rilevato concordanza e sensibilità elevate.

Talbot EA, Maro I, Ferguson K, et al. Mantenimento della sensibilità del test T-SPOT.TB dopo una notte di conservazione dei campioni di sangue, Dar es Salaam, Tanzania. Tuberc Res Treat. 2012;2012:345290.

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